Il diavolo veste Puma
- giuseppe domenico barba
- 11 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 7 apr
La maglia da calcio sta vivendo la sua golden age, e se già da tempo ha demolito il fragile steccato sportivo, il fenomeno bloke core ha compiuto il suo percorso da nicchia a mainstream e oggi indossare una maglia da calcio per uscire non è più soltanto un affaire adolescenziale, ma elemento trasversale ed essenziale dello streetwear contemporaneo. I maggiori club europei fanno a gara per far indossare ai maggiori rapper e tiktoker (sigh) internazionali i loro kit gara, o ancora meglio i third kit e perché no, anche qualche pezzo vintage. Per cui non dobbiamo stupirci se incappiamo ripetutamente nel video dell’arresto di Asap Rocky con indosso la 12 di Chimenti, anzi ringraziamo il Signore per aver reso più interessante il nostro doomscrolling quotidiano. A proposito di Juve, la lista di rapper e popstar che ne hanno indossato la maglia ultimamente è praticamente la Top 50 Billboard della decade 2010-2020. Guardando indietro, oltre alla fatidica maglia di Sforza di “Tre uomini e una gamba”, già ne “I Soprano”, abbiamo visto comparse con la tuta della Juve (ai tempi Kappa, ci torneremo), Pussy Bonpensiero con quella di un Napoli che ai tempi navigava a metà classifica in serie B, per non parlare di un Chris Moltisanti con la jersey della Lazio di Eriksson. Brevi frame senza significato narrativo ma che risaltano perché per la prima volta vediamo in tv abbigliamento sportivo relativo al calcio italiano, fuori da una partita. Per la prima volta dagli anni ’90 intravediamo la possibilità di toglierci la canotta dei Bulls e indossare la 9 di Ronaldo sempre che ne sia rimasta una.

Chris Moltisanti con maglia Lazio 00/01 senza sponsor
Tralasciando le amenità di costume, quali sono oggi le sorti dei kit gara? Come prima cosa rendiamoci conto di dove siamo, cioè nel centro del vortice di una rincorsa convulsa all’upgrade - simile a quello degli smartphone – per la nuova maglia: tranquillo, questo non è uno di quegli articoli sul calcio “romantico” di una volta. Ma ci serve capire quanti kit sforna ogni anno la nostra squadra del cuore, solitamente 3, ma a volte anche 4 e quando lo fa? È interessante vedere in atto un diverso timing proprio da questa stagione, infatti se negli anni passati la nuova maglia veniva presentata già nelle ultimi giornate della stagione precedente, quest’anno abbiamo aspettato gli albori di luglio per vedere la presentazione ufficiale dell’uniforme spoilerata a Dicembre da footyheadlines. Con i kit secondari a seguire nelle settimane successive, a ridosso dell’inizio delle competizioni.
La texture della camiseta blanca 24/25
Ma come sono fatte queste maglie? Anche qui un macro trend, che negli anni passati avremmo odiato: le texture. Ciò che separa un kit base in vendita alla Decathlon a 20€ da un kit replica da 100€. Una parte degli anni’90 che non avremmo voluto riesumare, anzi che abbiamo odiato e rinnegato, per riaccoglierla a braccia aperte, senza per forza essercene innamorati. E la spiegazione può essere imputabile all’identità dei club, infatti in un panorama calcistico in cui non solo i calciatori, ma i club stessi passano di mano con una facilità mai vista, i tifosi cercano appiglio ad una identità a rischio nell’elemento che la racchiude maggiormente, cioè la maglia. Tutti i tifosi vogliono un home kit che sia quanto più possibile fedele alla storia del club, e in quest’ottica, se lo sponsor tecnico ha meno gioco dal punto di vista cromatico, fornisce fattori distintivi agendo su dettagli e trama del tessuto. Certo, ogni brand è diverso dall’altro e ognuno offre soluzioni proprie, ed ecco che se da un lato Adidas va per una maggiore standardizzazione dei modelli ( ad Euro 2024 abbiamo visto lo stesso kit traslato nelle tinte delle varie nazionali), altri marchi optano per una personalizzazione maniacale, come Robe di Kappa, che ha sfornato le maglie più belle ed originali degli ultimi anni, seppur lavorando sempre sul telaio del modello Kombat, coniugandolo ai singoli progetti per cui lavora, evidenziandone lo sforzo creativo applicato per realizzare il concept.
Palace x Adidas x Juventus 2019/20
Caso a parte, ma di rilevanza crescente, è rappresentato dalle partnership, di solito applicata a 3rd o 4th kit, se non addirittura a single shots, come la prima e forse più clamorosa, quella Adidas/Palace per Juventus, indossata il 31 Ottobre 2019. Da allora ne abbiamo viste parecchie, più o meno apprezzabili, spesso vendute sul modello dei drop dei marchi di streetwear, basandosi quindi su un forte hype pre-lancio e contemporanea scarsità di offerta (Pleasures x Puma x Milan), per stimolare una maggiore domanda e avere un lancio sold-out in pochi minuti, che lascerà scontenti molti, ma fa così figo. Per restare in ambito street wear, il Venezia, che negli anni passati ha goduto di alcuni meravigliosi kit, da poche settimane veste Nocta, il sub-brand Nike gestito da Drake, che oltre a fornire le maglie più cool della serie A, ha il merito di aver salvato il club dal crack finanziario. Ma se questa è una sponsorizzazione tecnica, la partnership di gran lunga più interessante per la stagione 24-25 viene dalla serie C ed è quella tra Slam Jam, che ha disegnato un kit di rara eleganza per Spal, realizzato da Macron: Made in Italy al cubo.

Slam Jam x Macron x Spal 24/25
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