Shooting stars - Lebron James
- giuseppe domenico barba
- 10 gen
- Tempo di lettura: 2 min
"Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto" se Lebron avesse fatto partire il suo racconto omaggiando il proemio dell'Orlando Furioso, lo avremmo preso dapprima per pazzo, ma alla fine avremmo unito tutti i puntini per tracciare la parabola di questo racconto.

Avvicinandosi alla lettura di un libro scritto da una superstar dello sport mondiale, ci si aspetta sempre una grande rassegna dei suoi traguardi sportivi, gli incontri e gli scontri che ne hanno forgiato la propria epica sportiva, tutto ben amalgamato alla solita retorica insopportabile. In questo caso non è così. Probabilmente lo status di Lebron è talmente intoccabile da non aver alcun bisogno di alimentare la sua figura, forse e soprattutto perché a 40 anni è ancora un giocatore dominante della lega, continuando a dimostrare tutto il suo valore sul campo. In questo libro infatti non ci parla della sua carriera, i record, gli anelli, le olimpiadi ecc, ma ci mette davanti al suo prequel, che va bene per due motivi: primo, gli appassionati di basket possono apprendere questa storia con notizie di prima mano, e secondo perché i prequel vanno un casino quest'anno.
Il titolo si rifà al nome della prima squadra di Lebron, durante elementari e medie, anni in cui conosce uno ad uno i suoi compagni di squadra che lo accompagneranno fino alla fine del liceo, diventando allo stesso tempo i suoi migliori amici e la sua famiglia.
Figlio unico di una sedicenne, senza padre, sin da piccolissimo è costretto a passare di casa in casa, subendo decine di trasferimenti, a volte anche senza la possibilità di restare con la madre. Lebron ci racconta la sua infanzia tribolata sullo sfondo dei sobborghi di una Akron decadente, dilaniata da droga, disoccupazione e scontri razziali. In uno di questi periodi vive con una famiglia che lo accoglie come un proprio figlio, dandogli attenzioni ed equilibrio, trovando nel capo famiglia il coach e in suo figlio il compagno/amico/fratello da cui non si separerà più.

Nella prima parte del racconto, dedica un capitolo ad ognuno dei suoi compagni, disegnandone un profilo che spazia dalla situazione familiare, al carattere alle doti sportive. Ci fa conoscere i suoi amici ad un livello intimo, in modo che durante la narrazione, riusciamo a percepire la loro evoluzione, senza che questa venga esposta in maniera esplicita. Idem fa con sè stesso, esprimendo periodicamente il suo approccio con la vita e col karma come arbitro severo degli episodi decisivi della sua gioventù.

Poi ci parla del gioco, gli allenamenti, i tornei, gli avversari e tutte le tappe di un climax ascendente dal campetto dietro casa alle finali nazionali, che in un certo senso è molto americano, in un misto che va da Salinger a Sister Act 2, passando per tutti quei film sullo sport giovanile, che vede protagonisti una banda di ragazzini sbandati, ognuno con personalità molto ben definite che passano da zero a mille, non disdegnando qualche stangata, un viaggio dell'eroe in piena regola che però facilita una lettura appassionante.

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